Configurazione di volumi cifrati &d-i; consente di preparare delle partizioni cifrate; ogni file scritto su partizioni di questo tipo viene immediatamente salvato sul device usando un formato cifrato. L'accesso ai dati cifrati è permesso solo dopo aver inserito la passphrase scelta alla creazione della partizione cifrata. Questa funzionalità è utile per proteggere i dati sensibili nel caso di furto del proprio portatile o del proprio disco fisso, il ladro potrebbe avere accesso fisico al disco fisso ma senza conoscere la passphrase corretta, i dati sul disco risultano essere una sequenza casuale di caratteri. Le partizioni più importanti da cifrare sono: la partizione home, in cui risiedono i dati privati, e la partizione di swap, in cui durante la normale attività potrebbero essere temporaneamente memorizzati dei dati sensibili. Ovviamente nulla vieta di cifrare qualsiasi altra partizione. Per esempio in /var i database server, i mail server o i print server salvano i propri dati, oppure /tmp è usata da vari programmi per memorizzare dei file temporanei potenzialmente importanti. Si potrebbe anche voler cifrare l'intero sistema; l'unica partizione che deve rimanere non cifrata è la /boot perché, al momento, non c'è modo di caricare il kernel da una partizione cifrata. Le prestazioni di una partizione cifrata sono inferiori rispetto a quelle di una partizione tradizionale perché i dati devono essere decifrati o cifrati a ogni lettura o scrittura. L'impatto sulle prestazioni dipende dalla velocità della CPU, dal cifrario scelto e dalla lunghezza della chiave. Per usare la cifratura è necessario creare una nuova partizione dopo aver selezionato dello spazio libero dal menu principale di partizionamento. Un'altra possibilità è selezionare una partizione esistente (per esempio una normale partizione, un volume logico di LVM o un volume RAID). Dal menu Impostazioni della partizione si deve scegliere volume fisico per la cifratura come valore del campo Usato come: . Il menu cambia in modo da visualizzare le opzioni relative a come cifrare la partizione. &d-i; supporta più metodi di cifratura. Il metodo predefinito è dm-crypt (incluso nei nuovi kernel Linux e in grado di ospitare volumi fisici per LVM), l'altro metodo è loop-AES (più vecchio e manutenuto separatamente dai sorgenti del kernel Linux). Se non esistono ragioni impellenti per fare altrimenti si raccomanda di utilizzare il metodo predefinito. Prima vediamo quali sono le opzioni disponibili quando si sceglie Device-mapper (dm-crypt) come metodo di cifratura. Come al solito: quando si hanno dei dubbi si accettino i valori predefiniti, poiché sono stati attentamente scelti in funzione della sicurezza del sistema finale. Cifratura: aes Questa opzione permette di scegliere l'algoritmo di cifratura (cifrario) da usare per cifrare i dati nella partizione. Attualmente &d-i; supporta i seguenti cifrari a blocchi: aes, blowfish, serpent e twofish. Non rientra fra gli obiettivi di questo documento discutere le qualità dei vari algoritmi, comunque può essere utile sapere che nel 2000 l'American National Institute of Standards and Technology ha scelto AES come l'algoritmo standard per la protezione delle informazioni sensibili nel 21-esimo secolo. Dimensione della chiave: 256 Si può specificare la lunghezza della chiave di cifratura. Generalmente una chiave più lunga aumenta la forza della cifratura, d'altra parte all'aumento della lunghezza della chiave corrisponde un impatto negativo sulle prestazioni. Le lunghezze disponibili per la chiave dipendono dal cifrario. Algoritmo di IV: cbc-essiv:sha256 In crittografia il Vettore di Inizializzazione o IV è usato per garantire che applicando l'algoritmo di cifratura sullo stesso testo in chiaro e con la stessa chiave si ottenga sempre un unico testo cifrato. Lo scopo è di impedire a un aggressore di dedurre informazioni cercando sequenze che si ripetono nei dati cifrati. Fra le alternative proposte quella predefinita (cbc-essiv:sha256) è attualmente la meno vulnerabile ai tipi di attacco conosciuti. Si può usare una delle alternative solo dovendo garantire la compatibilità con altri sistemi già installati che non sono in grado di usare degli algoritmi più recenti. Chiave di cifratura: Passphrase Adesso si deve scegliere il tipo di chiave di cifratura per la partizione. Passphrase La chiave di cifratura viene calcolata Usare una passphrase come chiave vuol dire che la partizione viene configurata usando LUKS. sulla base di una passphrase che di dovrà inserire successivamente durante il processo d'installazione. Chiave casuale Una nuova chiave di cifratura viene generata partendo da dati casuali ogni volta che si prova ad attivare la partizione cifrata. In altre parole: ad ogni riavvio del sistema il contenuto della partizione è perso perché la chiave è cancellata dalla memoria. (Ovviamente si più provare a indovinare la chiave con un attacco di forza bruta ma, a meno dell'esistenza di una falla sconosciuta nel cifrario, è un risultato che non si ottiene nella durata della nostra esistenza). Le chiavi casuali sono particolarmente utili per le partizioni di swap, infatti non è necessario dover ricordare la passphrase o eliminare i dati sensibili dalla partizione di swap prima di spegnere la macchina. Purtroppo ciò significa che non si può usare la funzionalità suspend-to-disk offerta dai kernel Linux più recenti dato che è impossibile (durante l'avvio di ripristino) recuperare i dati memorizzati nella partizione di swap. Cancellare i dati: Determina se il contenuto di questa partizione debba essere sovrascritto con dei dati casuali prima di impostare la cifratura. Si raccomanda questa operazione perché altrimenti un aggressore potrebbe essere in grado di riconoscere quali parti della partizione sono in uso e quali no. Inoltre questo rende più complesso il ripristino di qualsiasi dato rimasto dalle precedenti installazioni È comune ritenere che i tipi delle agenzie governative di tre lettere siano in grado di ripristinare i dati anche dopo parecchie scritture del supporto magneto-ottico. . Scegliendo Metodo di cifratura: Loopback (loop-AES) , il menu varia per mostrare le seguenti opzioni: Cifratura: AES256 Per loop-AES, diversamente da dm-crypt, le scelte relative al cifrario e alla lunghezza della chiave sono dipendenti fra loro, per cui vanno fornite contemporaneamente. Si vedano le sezioni precedenti su cifrario e lunghezza della chiave per ulteriori informazioni. Chiave di cifratura: File chiave (GnuPG) Adesso si deve scegliere il tipo di chiave di cifratura per la partizione. File chiave (GnuPG) La chiave di cifratura è generata partendo da dei dati casuali durante l'installazione. Inoltre la chiave viene cifrata con GnuPG, quindi per poterla usare sarà necessario inserire la passphrase corretta (in seguito, durante il processo d'installazione, verrà richiesto di sceglierne una). Chiave casuale Si veda la sezione precedente sulle chiavi casuali. Cancellare i dati: Si veda la sezione precedente sulla cancellazione dei dati. Dopo aver scelto i parametri per le partizioni cifrate, tornare al menu principale di partizionamento. Adesso è presente una nuova voce di menu con nome Configurare volumi cifrati. Dopo averla selezionata viene chiesto di confermare la cancellazione dei dati nelle partizioni marcate per essere ripulite e di confermare altre cose come la scrittura della nuova tabella delle partizioni. Se la partizione è di grandi dimensioni questa operazione potrebbe richiedere un po' di tempo. Poi viene chiesto di inserire la passphrase per ognuna delle partizioni configurate. Una buona passphrase dovrebbe essere di almeno 8 caratteri, dovrebbe essere composta da lettere, numeri e altri caratteri e non dovrebbe contenere parole che si possono trovare in un dizionario né informazioni personali (come la data di nascita, hobby, nomi di animali domestici, nomi di familiari o parenti, ecc.). Prima di inserire qualsiasi passphrase si deve essere sicuri che la tastiera sia configurata correttamente e che i caratteri generati siano quelli che ci si aspetta. Se non si è sicuri si può passare sulla seconda console virtuale e fare delle prove. Ciò garantisce di non avere sorprese in seguito, per esempio inserendo la passphrase con una tastiera qwerty configurata con un layout azerty. Questa situazione può avere più cause. Forse durante l'installazione si è cambiato il layout della tastiera, oppure il layout della tastiera non era stato ancora configurato quando si è inserita la passphrase per il file system di root. Se per creare le chiavi di cifratura si fossero scelti metodi diversi dalla passphrase, le chiavi verrebbero create adesso. Dato che duranti i primi passi dell'installazione il kernel potrebbe non aver accumulato entropia sufficiente il processo potrebbe richiedere parecchio tempo. Il processo può essere velocizzato generando entropia: cioè premendo dei tasti a caso, passando alla shell nella seconda console virtuale per causare traffico di rete o con i dischi (scaricando dei file, inviando dei file di grosse dimensioni in /dev/null, ecc.). Questa operazione deve essere ripetuta per ogni partizione da cifrare. Dopo essere ritornati al menu di partizionamento principale si vedranno tutti i volumi cifrati come altre partizioni e possono essere configurati come se fossero delle partizioni tradizionali. L'esempio seguente mostra due volumi diversi; il primo è cifrato via dm-crypt, il secondo via loop-AES. Volume cifrato (sda2_crypt) - 115.1 GB Linux device-mapper #1 115.1 GB F ext3 Loopback (loop0) - 515.2 MB AES256 keyfile #1 515.2 MB F ext3 Adesso è il momento di assegnare i punti di mount ai volumi ed eventualmente modificare il tipo di file system se quello predefinito non è adatto ai propri scopi. Prendere nota degli identificatori fra parentesi (in questo esempio (sda2_crypt e loop0) e dei punti di mount che si assegnano ai volumi. Queste informazioni sono necessarie in seguito, durante l'avvio del nuovo sistema. Le differenze fra un processo d'avvio tradizionale e uno che coinvolge la crittazione verranno spiegate successivamente in . Quando si è soddisfatti dello schema di partizionamento si può proseguire con l'installazione.